Storie

Storie di cibo, di folklore, di feste

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Passavo ore ad osservare la nonna mentre cucinava; le sue dita sottili maneggiavano ogni singolo ingrediente quasi fosse una reliquia e, in dialetto, mi diceva: . Era una vera festa quando mi invitava ad aiutarla, avevo diritto anch’io ad apprendere da quel “memoriale”di cucina. Amavo fare con lei la pasta di casa: la nonna disponeva, sulla spianatoia, la farina di grano duro a fontana e al centro faceva un buco, quindi batteva, sorridendo, le mani vicino al mio viso che, inevitabilmente, si imbiancava un po’. Prendevo il bricco dell’acqua posato sulla grande stufa a legna e ne versavo il contenuto lentamente al centro della montagnella di farina mentre lei impastava (era strano vedere con quanta energia quelle braccia sottili, stanche dall’età e dal lavoro, forgiavano l’impasto). Si fermava solo quando la pasta raggiungeva una consistenza morbida e liscia, a quel punto entravo in azione io:la nonna divideva la pasta il più parti da cui io ricavavo dei cilindretti, che a loro volta venivano tagliati a tocchetti lunghi 4/5 cm., la nonna li infarinava bene e li cavava a quattro dita. I miei occhi ogni volta sgranati come per assistere ad un prodigio vedevano nascere dalle sue mani “i cavatelli”.

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La Festa del quartiere arabo “Rabata”

Il 10 agosto si festeggia la festa del quartiere araboPietrapertosa (Pz) per quasi 20 anni, nel secolo XI, ha conosciuto la dominazione araba. La zona, che fino al XIII secolo era molto trafficata in quanto passaggio obbligato tra i versanti dello Ionio e del Tirreno, era contesa tra bizantini, arabi e normanni.

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LA FESTA DEL “MAGGIO” e L’ALBERO DELLA CUCCAGNA

Ogni anno a Pietrapertosa, nel mese di giugno, si svolge la festa popolare del “Maggio” (in dialetto: Mascio), di origine antichissima. Un ricordo del rito pagano del matrimonio degli alberi che coincide con la ricorrenza della festa di Sant’Antonio, uno dei santi più venerati dalla comunità locale. Nella civiltà contadina da sempre l’albero è stato simbolo di prosperità, di forza, di pace. Fino quasi all’inizio del ‘900 tutta la Basilicata era piena di alberi. Soprattutto in queste zone dagli alberi veniva il minimo di sostentamento per la società agro-pastorale che viveva su una terra impervia ed avara. Gli alberi scandivano le cadenze stagionali e quindi anche il tempo. Perciò la festa era propiziatoria di una stagione di raccolto abbondante. La festa del “Maggio” a Pietrapertosa si perde nei tempi e si svolge sempre nello stesso modo, secondo l’antica tradizione, senza adattamenti e concessioni alla modernità. Una festa rimasta nei secoli inalterata e, per questo, affascinante nel suo aspetto semplice e primitivo.

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